sabato 7 luglio 2012

Bollalmanacco On Demand: Blade Runner (1982)

Torna l’incostante appuntamento col Bollalmanacco on Demand! Oggi parlerò di un capolavoro della storia del cinema, richiesto da Michael Jail Black, ovvero Blade Runner, diretto da Ridley Scott nel 1982. Doverosa premessa: la recensione si baserà sul Director’s Cut del 1992, la versione che avevo in casa. Aggiungo che il prossimo film on demand sarà Santa Sangre di Alejandro Jodorowsky.


Trama: in un futuro nemmeno troppo lontano, la potente Tyrell Corporation ha creato i Replicanti, cyborg dalle fattezze umane talmente perfetti da non rendersi neppure conto di essere diversi, spesso in grado di rivaleggiare con i loro stessi creatori in quanto a intelligenza e soprattutto forza. Deckart è un Blade Runner, un cacciatore di Replicanti, che viene incaricato di scovarne e ucciderne quattro, responsabili di una sanguinosa ribellione…


Quando avevo cominciato ad appassionarmi seriamente al cinema, più o meno verso metà delle superiori, avevo anche cominciato a cercare e guardare quelle che vengono universalmente considerate delle pietre miliari della cinematografia mondiale. Tra queste c’era anche Blade Runner, che tuttavia all’epoca avevo trovato difficile, cupo e noioso. Devo quindi ringraziare Michael per avermelo fatto recuperare, consentendomi di cambiare radicalmente idea e riscoprire un film che, d’ora in avanti, annovererò tra i cult che non dovrebbero mai mancare in una videoteca casalinga che si rispetti. Quella sensazione di trovarmi davanti una pellicola difficile è per fortuna scomparsa con gli anni e un minimo di esperienza in più, permettendomi così di scoprire, sotto la sicuramente complessa metafora fantascientifica, malinconiche e condivisibili sensazioni come il desiderio di avere un futuro, la disperazione per la consapevolezza di non essere un individuo ma qualcosa di creato e progettato, la paura della morte causata da un tempo di vita limitato, la confusione derivante dal non conoscere la propria identità. Come potete immaginare, quindi, davanti ad una storia così ricca e complessa la noia è definitivamente scomparsa e anche lo stile cupo della fotografia e della regia è diventato un ulteriore, affascinante punto a favore di Blade Runner, che risulta un interessante ibrido di fantascienza e noir, dove le tematiche “futuristiche” si mescolano ad uno stile che ricorda molto le pellicole degli anni ’30.


Come sempre, lungi da me addentrarmi in una prolissa disquisizione sui significati dell'opera o sulle tecniche utilizzate dal regista, poiché non ne avrei né i mezzi né la capacità, però vorrei sottolineare alcuni elementi che mi hanno irrimediabilmente catturata e che, secondo me, valgono da soli l'intera visione di Blade Runner. Partiamo innanzitutto dal famosissimo monologo di Rutger Hauer, quello che comincia con "Ho visto cose che voi umani non potete immaginare..."; la maggior parte della gente, me compresa, è abituata a sentire solo questo conosciutissimo incipit, decontestualizzato o adattato alla situazione, al punto che ormai gli è stata conferita da tempo un'aura quasi epica. Ebbene, riascoltandolo all'interno del film mi sono commossa, perché queste parole sono bel lungi dall'essere epiche: sono l'incarnazione stessa della paura, della delusione, della consapevolezza di aver vissuto una vita che, appunto, gli umani potrebbero solo immaginare, un'esistenza condannata ad una brevissima ma intensa durata proprio da quegli stessi umani, che nulla potranno imparare dalle esperienze del Replicante, perché ogni suo ricordo scomparirà con la sua morte. Il confronto tra Roy e Deckart è allo stesso tempo inquietante e doloroso, perché quest'ultimo è, paradossalmente, molto meno umano del Replicante, che invece agisce spinto dalla disperazione, dalla solitudine, dal terrore di sentire il suo corpo artificiale morire come quelli dei suoi compagni: un'accozzaglia di emozioni fortissime e confuse, che si manifestano nei diversi modi in cui viene rappresentato Roy, dapprima come un freddo killer, poi come un animale privo di ragione, infine come una creatura spezzata e fragile quanto la colomba che tiene tra le mani. Rutger Hauer è semplicemente grandioso (quell'espressione di assoluta tristezza mentre confessa a Pris, ovvero la splendida Daryl Hannah, che i loro due compagni sono morti mi ha uccisa), mentre invece il cicciottello Harrison Ford sembra spesso e volentieri chiedersi quale sia il suo ruolo sul set, costretto in un personaggio sfuggente, freddo, debole ed ambiguo, pur essendo il protagonista della pellicola.


La seconda cosa che ho adorato è la perfetta commistione di musica, fotografia e scenografie. La colonna sonora di Vangelis è affascinante, ipnotica, straniante e sottolinea alla perfezione ogni momento chiave della pellicola. La fotografia scura , che a malapena riesce a mostrare interamente i quartieri multietnici, affollati, inondati da una pioggia malsana che sono il fulcro stesso del film, di tanto in tanto si illumina per abbagliarci con luci artificiali, fredde, che mettono ancora più a disagio, l'ideale per rappresentare un mondo ormai allo sbando dove è stato mantenuto il peggio della civiltà passata e dove nessuno è quello che sembra. Quanto agli interni, ci vengono mostrati ben pochi elementi di progresso, l'arredamento della maggior parte degli appartamenti è costituito infatti da oggetti e mobili antichi e quasi anacronistici, avvolti dalla stessa atmosfera uggiosa dell'esterno; l'esempio più eclatante è la casa del weirdissimo J.F. Sebastian, popolata dalle versioni giganti e polverose di giocattoli antichi, come ballerine, burattini, soldatini, etc. etc. In generale, la pellicola schiaccia lo spettatore con una sensazione di straniamento e di claustrofobia, alimentata da tutti questi elementi: solo alla fine riusciremo a vedere uno sprazzo di azzurro reale, nel cielo avvolto dai fumi artificiali delle fabbriche, ma l'ambiguo finale voluto da Ridley Scott dimostrerà che la speranza è breve ed illusoria... quanto la vita di un Replicante. E ora, siccome ho già parlato troppo, concludo con il consiglio spassionato di guardare Blade Runner se non l'avete ancora fatto o di riguardarlo se non vi era piaciuto la prima volta... nella speranza che possiate cambiare idea com'è successo a me.


Del regista Ridley Scott ho già parlato qui. Harrison Ford (Rick Deckart, il cui ruolo era stato pensato originariamente per Dustin Hoffman), Rutger Hauer (Roy Batty), M. Emmet Walsh (Bryant) e William Sanderson (J.F. Sebastian) li trovate ai rispettivi link.

Sean Young (vero nome Mary Sean Young) interpreta Rachael. Americana, ha partecipato a film come Dune, Baby, il segreto della leggenda perduta, Wall Street, Ace Ventura – L’acchiappanimali e a serie come CSI: Scena del crimine e E.R. Medici in prima linea. Anche regista e costumista, ha 53 anni e sei film in uscita. 


Daryl Hannah interpreta Pris. Una delle più belle, almeno secondo me, attrici americane, la ricordo per film come Splash, una sirena a Manhattan, Roxanne, Wall Street, High Spirits – Fantasmi da legare, Due irresistibili brontoloni, That’s Amore – Due improbabili seduttori e infine, soprattuttamente, per il bellissimo ruolo di Elle Driver nei due volumi di Kill Bill. Anche produttrice, regista e sceneggiatrice, ha 52 anni e due film in uscita.


Brion James interpreta Leon Kowalski. Indimenticabile caratterista americano, lo ricordo per film come Il postino suona sempre due volte, 48 ore, Dead Man Walking, Danko, l’orrendo La casa 7, Tango & Cash, Ancora 48 ore e Il quinto elemento; inoltre, ha partecipato alle serie Radici, L’incredibile Hulk, Mork & Mindy, Chips, Hazzard, The A – Team, Dynasty, Miami Vice, Hunter, Renegade, Highlander, Walker Texas Ranger, Millenium e Sentinel. Anche produttore, è morto per un attacco cardiaco nel 1999, all’età di 54 anni.


Joe Turkel interpreta Eldon Tyrell. Attore americano che rimarrà per sempre negli annali della storia del cinema per aver interpretato l’inquietante barista di Shining, ha partecipato anche a film come Rapina a mano armata e Orizzonti di gloria, oltre a serie come Il tenente Kojak e Miami Vice. Ha 85 anni.


Joanna Cassidy (vero nome Joanna Virginia Caskey) interpreta Zhora. Americana, ha partecipato a film come Chi ha incastrato Roger Rabbit?, Uccidete la colomba bianca, Non dite a mamma che la babysitter è morta, The Tommyknockers, Vampiro a Brooklyn, The Grudge 2 e a serie come Missione impossibile, Starsky & Hutch, Dallas, Charlie’s Angels, Love Boat, La signora in giallo, Melrose Place, Superman, Perfetti… ma non troppo, Six Feet Under, Heroes, Ghost Whisperer, Criminal Minds e Desperate Housewives. Ha 57 anni e due film in uscita.  


Di Blade Runner esistono parecchie versioni. La prima, quella proiettata nel 1982, veniva “raccontata” dalla voce fuoricampo di Deckart e si concludeva con un orrendo lieto fine (che potete trovare su youtube) imposto dalla produzione, che includeva alcune sequenze che Stanley Kubrick aveva girato per l’inizio di Shining senza mai utilizzarle; c’è poi il Director’s Cut del 1992, che ho guardato io, ma pare che chiamarlo così sia sbagliato visto che la versione definitiva dovrebbe essere quella uscita nel 2007 e approvata dallo stesso Ridley Scott. Ovviamente, con tutte queste versioni e, ancor prima che il film uscisse, riscritture della sceneggiatura, la natura di Deckart non è tutt’ora chiara: Ridley Scott ha in seguito dichiarato che anche questo personaggio sarebbe in realtà un Replicante, mentre sia Harrison Ford che Rutger Hauer hanno confermato che, nelle intenzioni iniziali del regista e di Philip K. Dick, il protagonista avrebbe dovuto essere chiaramente umano. In definitiva, credo che ognuno possa leggere il film come vuole… e a proposito di lettura, la pellicola è tratta dal romanzo Il cacciatore di androidi (Do Androids Dream of Electric Sheeps?) di Philip K. Dick, tuttavia il titolo Blade Runner deriva da un romanzo omonimo di Alan Nourse.  Per quanto riguarda un eventuale seguito della pellicola, invece, Ridley Scott ci sta pensando su da anni ma non c’è ancora nulla di definitivo, quindi chi vivrà vedrà! ENJOY!

22 commenti:

  1. Recensione splendida brava! Anzi bravissima! Sul film non c'è proprio altro da dire apparte che ce anche un pizzico di religione(l'uomo rappresentato come dio, quasi onipotente che crea esseri a sua immagine e somiglianza ma che sono migliori degli stessi creatori che sono deboli, malati, vecchi, senz'anima, e percio devono essere limitati - da qui lo slogan piu umano del umano.)Un tema ripreso da Ridley in Prometheus. Per me un film spirituale, profondo che restera per sempre il miglior sci-fi della storia.

    P.s.: grazie per avermi citato!

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    1. Grazie per i complimenti!

      La questione religiosa, non essendo molto esperta, l'ho evitata, ma anche il chiodo che si infila nella mano Rutger Hauer in punto di morte mi è sembrato un elemento molto cristologico.
      A prescindere, comunque, grazie ancora per avermi chiesto di recensirlo!!

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  2. Film indimenticabile, che ancora oggi ipnotizza e risulta ancora "oltre".

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    1. Ipnotizzare è la parola giusta, non riuscivo a staccare gli occhi dallo schermo!

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  3. film mitico, nient'altro da dire ^_^

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  4. uno dei miei preferiti, semplicemente straordinario. Anzi, sicuramente il film di fantascienza che preferisco in assoluto, e uno dei pochi casi in cui preferisco il film al libro.
    Mitici Deckard e i replicanti, attori mostruosi. Scenografie da paura.

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    1. Il libro non l'ho mai letto, ma per curiosità lo recupererò visto che d'estate leggo sicuramente di più! ^__^

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  5. no, no no...non ce l'ho fatta, mi spiace.
    Sarà bellissimo, sarà tecnincamente perfetto, ma questo per me è uno dei film più noiosi che abbia mai visto...e mi fermo qui per non essere linciata da altri cineamatori.
    ma cosa vuol dire "on demand"?

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    1. On demand vuol dire che, periodicamente, qualche fedele lettore mi chiede dei film da recensire e io lo faccio ^__*
      Al momento, per i prossimi "on demand" hanno richiesto, nell'ordine, Santa Sangre, L'attimo fuggente e The Sentinel.

      Comunque, io sono sempre dell'opinione che ognuno ha i suoi gusti e che non si può pretendere la pensino tutti allo stesso modo.
      A me, la prima volta, Blade Runner non era piaciuto, adesso mi ha entusiasmata, quindi posso capirti benissimo!

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  6. Ottima recensione, forse la migliore che ho letto finora sul tuo blog, complimenti! Sui contenuti del film non aggiungo altro, hai già approfondito tutto tu. Una sola nota circa la "querelle" sul finale: cominciamo col dire che quello che voialtri "trentenni o meno" considerate il finale "obsoleto del 1982", per noialtri che vedemmo il film all'uscita nelle sale rimase l'unico noto per 10 anni! Trovo quindi un po' fuori luogo considerare il finale "vero" quello del 1992 (e meno che mai quello del 2007), perchè se un film mantiene una versione univoca per un periodo così lungo, per il bene e per il male la versione che si scolpisce nella mente e nel cuore di un'intera generazione di spettatori è quella lì... con la voce narrante fuori campo e tutto il resto. Quanto al cosiddetto "happy end", è tutto sempre nella voce narrante di Deckart, visto che le immagini, fotogramma più fotogramma meno, rimangono quelle in tutte le versioni oggi note. Inoltre, non mi pare che quell'incriminatissimo finale proponga una versione cyberpunk dell' "e vissero felici e contenti": si sottolinea anzi che probabilmente i due non rimarranno insieme per tanto tempo (come coppia, mi sono sempre sembrati quantomeno improbabili...). E quanto al dubbio, più o meno insinuato o imposto che dir si voglia, che anche Deckart sia un replicante, mi sembra un'idea che sottrae alla vicenda tutto il suo perchè, facendo crollare tutta la dialettica del rapporto uomo-androide, con quel che ne consegue (perchè un replicante che si "innamora" di un replicante non sembra cosa troppo innaturale, e men che meno drammatica).

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    1. Aspetta, aspetta, io non considero il finale obsoleto, né lo prendo per vero in assoluto (anche se lo ha scelto Ridley Scott a quanto ho capito, quindi sarebbe da considerare tale), ci mancherebbe... però confrontandolo con quello che ho visto, effettivamente ho preferito la seconda versione, ma è gusto puramente personale, perché preferisco i finali "negativi".
      Però da quello che ho capito io, invece, è proprio all'insegna dell' "e vissero felice e contenti", in quanto Deckart spiega che, diversamente da quanto predetto dai suoi creatori, Rachael è vissuta molto più a lungo rispetto agli altri replicanti.
      Comunque, anche io riterrei più sensato che Deckart sia umano. In primis, perché almeno sarebbe più evidente il divario tra la sua "freddezza" e il "sentimento" di chi invece è una macchina artificiale, cosa che conferirebbe molta più epicità anche allo scontro tra lui e Roy sul finale. Detto questo, sinceramente non capisco perché Scott abbia dovuto fare così tanti rimaneggiamenti e dare così tante spiegazioni "postume" per un film che era già perfetto nella sua versione originaria...

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    2. Deckart: "Gaff mi aveva detto che Rachel era speciale: non aveva data di termine. Non sapevo quanto saremmo rimasti insieme; ma chi è che lo sa?" Per me questo è tutto fuorchè "e vissero felici e contenti", nel senso che perdere una persona perchè l'incompatibilità uomo-macchina alla fine in qualche modo prevale è probabilmente più tragico di perderla perchè alla fine il chip che la anima rende l'anima al dio della biomeccanica! :-) Sempre two cents of my opinion, per carità!

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  7. Quindi posso fare anche io uan richiesta?
    Se possibile mi paicerebbe ROMANZO CRIMINALE (quando potrai).

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    1. Temo ti toccherà aspettare almeno un paio di mesetti, ma me lo sono segnato, appena riesco lo guardo ^__*

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  8. mamma mia che film, io ogni volta che lo rivedo lo trovo più bello e rimango esterrefatto dalla purezza visiva della pellicola. Una fotografia straordinaria, e un tono malinconico che dà a un film distopico e fantascientifico solo nelle ambientazioni una atmosfera noir che ne ha decretato il successo. capolavoro assoluto, per me siamo nella top ten di sempre, e considerato che ho un odio innato per Ridley Scott, è già tanto!

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    1. Non odio Ridley Scott ma sottoscrivo ogni tua parola ^__*

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  9. ps. ultimamente ho realizzato delle locandine di Blade Runner http://diegbdie.blogspot.it/2012/07/21-blade-runner-fan-posters.html

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  10. Per quanto riguarda la mia personale recensione devo dire:
    Il film ha un atmosfera unica,inimitabile anche coi mezzi odierni.
    Per quanto il film si discosti alquanto dal libro di Philip K.Dick da cui è trattola storia non ha perso nulla delle atmosfere noir che lo caratterizzano.
    Il racconto per quanto forzatamente spinto all'eccesso anche come visione futuristica del mondo,porta alla luce uno dei temi più controversi della sotria moderna dell'uomo e della genetica.
    La storia ricorda se vogliamo le prime rivolte degli schiavi africani nelle piantagioni di cotone o delle classi operaie dell'inizio dello scorso secolo,in cui chi è alla base della catena produttiva altro non è che un prodotto lui stesso.
    Poi quasi come un sinistro presagio si parla di animali "Clonati" come ad esempio il falco o il serpente...Solo vent'anni dopo fu clonata la prima pecora(Dolly) che proprio come nel film soffriva si una decrepitezza accelerata e subì una mostre prematura.
    La visione di K.Dick è straordinaria come del resto lo è quella di ogni buon scrittore di libri di "Fantascienza" quali Asimov George Orwell con 1984.

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    1. Adoro leggere i commenti di chi è appassionato di fantascienza o perlomeno conosce le opere da cui questi capisaldi cinematografici sono tratti, anche perché io me ne intendo pochissimo quindi... grazie!! :)

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