domenica 15 aprile 2012

Bollalmanacco On Demand: Il segreto del bosco vecchio (1993)

La rubrica Bollalmanacco on Demand questa settimana farà gli straordinari, perché tra oggi e domani recensirò ben due film. Il primo, richiesto da quel vecchio porco di Toto, è Il segreto del bosco vecchio, diretto nel 1993 da Ermanno Olmi. Il secondo lo scoprirete domani, ma si va tutto su un altro genere e, paradossalmente, su uno dei film più odiati da Toto! ENJOY!


Trama: il colonnello Procolo, freddo e metodico uomo d’arme, riceve in eredità un immenso terreno che include il misterioso Bosco Vecchio. Lui vorrebbe sfruttare le risorse del bosco tagliandone gli alberi, ma non ha tenuto conto degli spiriti che dimorano nel luogo…


Il segreto del bosco vecchio è un delizioso, piccolo film tratto dall’omonimo racconto dello scrittore Dino Buzzati (che tanto tedio mi provocò in tempi ormai lontani con il suo Deserto dei tartari…), un inno non solo alla natura, ma anche alla pazienza, alla calma, ad un ritmo di vita quasi antico. La vicenda, surreale e poetica, si snoda attraverso vari microepisodi, durante i quali il gretto e avido colonnello Procolo, magistralmente interpretato da Paolo Villaggio, si scontra con i geni degli alberi e gli animali del Bosco Vecchio; e mentre sembra che, ad ogni scontro, il colonnello abbia la meglio e riesca a portare avanti la sua intenzione di sfruttare economicamente il bosco distruggendolo, a poco a poco invece si comprende come la Natura, seguendo i propri ritmi, riesca ad insinuarsi nel cuore e nell’animo del vecchio, modificandone l’indole fino a renderla più umana. Nel film si alternano, quindi, alcuni momenti divertenti come l’inizio, quando il maggiordomo illustra a Procolo le qualità della gazza sentinella, e molte sequenze commoventi, come il “funerale” per l’albero caduto o il momento in cui l’ombra del Colonnello, disgustata dal comportamento del suo padrone, decide di abbandonarlo per sempre, lasciandolo solo con la sua meschinità e i suoi intenti omicidi nei confronti del nipote.


Passando alla realizzazione, Il segreto del bosco vecchio patisce un alternarsi di “stili” che purtroppo appesantiscono la visione del film. Infatti, ad alcune sequenze evocative e poetiche, come quella del concerto del Vento Matteo, la liberazione delle farfalle in mezzo al bosco, la terribile immagine dei bruchi che, con un incessante rumore di piccolissime mascelle, uccidono il cuore stesso della foresta, si alterna un girato piatto e quasi documentaristico, con la macchina da presa che indugia fissa sugli animali parlanti o su vari elementi “simbolici” come la statua in legno del precedente proprietario del Bosco. Altra cosa disturbante, almeno per me che ero già rimasta traumatizzata dalla visione de L'Albero degli zoccoli, è la recitazione a tratti dilettantesca della maggior parte degli attori coinvolti, a partire da quel povero bambino inespressivo, resa ancora peggiore dal pesantissimo accento regionale che rende alcuni dialoghi incomprensibili (giuro, quando il pargolo chiamava “Zio!!” io capivo Dio. Ho detto tutto…). Per fortuna il protagonista è Villaggio, adattissimo nel ruolo tormentato e ambivalente del Colonnello Procolo, inoltre anche i doppiatori degli animali parlanti e del vento sono molto bravi. Riassumendo, Il segreto del bosco vecchio è un film che consiglio di vedere, a patto di accettarne limiti e difetti, soprattutto a chi volesse rifugiarsi nella semplicità di un cinema dal sapore quasi antico.

Ermanno Olmi è il regista e sceneggiatore della pellicola. Originario di Treviglio, ha diretto film come L’albero degli zoccoli, La leggenda del santo bevitore, Il mestiere delle armi e Cantando dietro i paraventi. Anche scenografo, costumista, attore e produttore, ha 82 anni.


Paolo Villaggio interpreta il colonnello Procolo. Uno dei più grandi attori italiani viventi, senza alcun dubbio, incarnazione di una delle maschere più riuscite dell’epoca moderna, il povero e vessato ragioniere Fantozzi, lo ricordo per film come Brancaleone alla crociate, Di che segno sei?, Fracchia la belva umana, Sogni mostruosamente proibiti, Pappa e ciccia, I pompieri, Fracchia contro Dracula, Scuola di ladri, Grandi magazzini, Missione eroica – I pompieri 2, Scuola di ladri – parte seconda, Roba da ricchi, Ho vinto la lotteria di capodanno, Le comiche, La voce della luna, Le comiche 2, Io speriamo che me la cavo, Cari fottutissimi amici, Le nuove comiche, Io no spik inglish e Denti. Genovese, anche sceneggiatore e regista, ha 80 anni.

7 commenti:

  1. Olmi è uno dei miei registi preferiti,sicuramente sul podio per quanto riguarda quelli italiani.Mi piace il suo stile documentaristico,anche perchè sinceramente più che il cinema con le sue falsità spacciate per magia preferisco il realismo crudo del documentario,con piccoli tocchi poetici.Certo è un cattolico,ma quasi sempre i suoi film contengono non la religiosità pomposa dei santi,ma quella quotidiana del popolo.Insomma l'albero degli zoccoli è un capolavoro,ma anche l'albero delle zoccole non è male!^_^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'albero degli zoccoli l'ho visto a 15 anni e, insomma, non si può pretendere che l'avessi apprezzato. Infatti diciamo che non mi sono mai ripresa dal trauma.
      Quanto allo stile documentaristico, non è tra i miei preferiti, ma questo Il segreto del bosco vecchio l'ho trovato assai carino!

      Elimina
  2. Supermaxi enjoy for ya

    http://lospettatoreindisciplinato.blogspot.it/2012/04/jar-di-bruce-toscano.html

    questa è una chicca ,un gioiellino,che mi auguro tu abbia visto!

    RispondiElimina
  3. nooooo, che chicca!!!
    Alle medie avevamo letto il libro, caspita che immagini che mi ero fatto del vecchio colonnello Procolo e del bosco misterioso, il vento... e poi la prof ci aveva fatto vedere pure il film ma mi deluse un pochetto. Da allora che non lo sento più nominare.

    RispondiElimina
  4. A me piacerebbe tantissimo leggere il libro!!
    Prossimamente vado a cercarlo!

    RispondiElimina
  5. Non lo vedo da un sacco ma mi era rimasto in mente perchè l'avevo trovato molto poetico ed era un film che nonostante la lentezza riusciva a non annoiarmi. Mi piaceva l'idea del Vento Matteo e della Foresta "viva". E poi era la prima volta che vedevo Villaggio in un ruolo non fantozziano e mi aveva piacevolmente sorpreso. Se vuoi ho il libro.

    Il solito lettore anonimo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh, allora penso proprio che ti chiederò il libro in prestito, anzi, lo farò proprio domani!!!
      Ed effettivamente il Vento Matteo è davvero evocativo..

      Elimina

Se vuoi condividere l'articolo

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...