mercoledì 14 settembre 2016

Man in the Dark (2016)

Nonostante minacce mucciniane e anteprime mancate sono riuscita anche io a vedere Man in the Dark (Don't Breathe), diretto e co-sceneggiato dal regista Fede Alvarez.


Trama: tre ragazzi entrano in casa di un reduce di guerra cieco, convinti di poter fare il colpo che li metterà per sempre a posto con le finanze. Non hanno però fatto i conti con la sete di sangue dell'uomo, né con i segreti nascosti nella sua casa...


Se fatti bene, gli home invasion sono in grado di fare molta più paura rispetto ad un horror a tema sovrannaturale, anche se quando il punto di vista dell'invasione è invertito, come in questo caso. Di solito lo spettatore è abituato a temere per i poveri abitanti della casa "attaccata", riconoscendosi nei borghesucci tenuti in scacco da branchi di malviventi spesso senza volto, stavolta invece Alvarez e il co-sceneggiatore Rodo Sayagues (fido compare già nel remake de La casa) costringono il pubblico ad immedesimarsi con tre ragazzini convinti di poter gabbare un invalido e portare a termine il colpo del secolo, solo per poi scoprire che il colpo (o peggio) lo prenderanno in testa. Il gioco non è nuovo, ci mancherebbe. Ogni horrorofilo che si rispetti DEVE ricordare l'esistenza del bellissimo La casa nera di Wes Craven e partire da lì per apprezzare al meglio Man in the Dark; il film di Alvarez radica i protagonisti negli stessi fatiscenti sobborghi dai quali Grullo e i suoi compari speravano di fuggire, li dota della stessa comprensibile sete di denaro e mette assieme un trio di caratteri che va dal più biasimevole (in questo caso Money, con le sue pose da gallo sulla munnezza) ai più degni di pietà (Alex e Rocky, palesemente nati nel quartiere sbagliato al momento meno opportuno, l'ultima in particolare costretta a proteggere la sorellina da una madre ubriacona e fancazzista), così da poter gestire al meglio il cambio di prospettiva. "L'uomo cieco" non nasconde i figli deformi nelle intercapedini della casa, ci mancherebbe, eppure è a modo suo crudele e demoniaco quanto i deadites celati nelle cantine de La casa di Raimi, ha gli stessi occhi bianchi ed è altrettanto implacabile se messo alle strette da un trio di ladri non invitati. La vittima, dunque, fa molta più paura dei presunti aguzzini e la sceneggiatura tesissima riesce a trasformare il suo handicap fisico in una pericolosissima arma che si combina alla perfezione con l'ambiente chiuso di una casa labirintica, un mondo isolato all'interno di un quartiere già di suo ai margini della società, dove la sicurezza degli abitanti viene a malapena gestita da sistemi d'allarme anche troppo facili da aggirare.


La trama di Man in the Dark regge quindi senza scossoni e zeppa di colpi di scena fino alla fine (tranne per un particolare legato alla follia del cieco che non vi sto a spoilerare ma di cui sinceramente avrei fatto a meno, ché certe scene gratuite mi urtano, non posso farci nulla) e lo stesso Fede Alvarez si dimostra regista dotato di una certa perizia tecnica. Il nostro aveva già mostrato di saperci fare ai tempi del remake de La casa, prodotto dignitoso inficiato giusto dalla stupidità congenita dei protagonisti, qui tira giustamente il freno allo splatter ma abbonda con inquadrature ad alto tasso di tensione, cercando prospettive distorte capaci di trasformare un' "innocua" casa in un universo altro e gestendo al meglio anche le sequenze ambientate al buio senza trasformare l'intera faccenda in un enorme WTF. Se posso dire la mia si poteva fare di meglio con un montaggio che in un paio di sequenze mi è parso fatto letteralmente con l'accetta, tanto da portarmi a credere di avere perso dei pezzi di film, ma magari è solo perché ero reduce da una nottata di tosse infernale con conseguente mancanza di sonno. Voto dieci anche agli attori, oltre che al "simpatico" cagnusso emulo di Cujo, protagonista di alcune scene gradevolmente anni '80 che hanno rischiato di uccidermi per la tachicardia: Jane Levy, già apprezzatissima in La casa, è la perfetta final girl moderna, sicura di sé e anche un po' stronzetta, mentre Stephen Lang nei panni del cieco fa davvero paura, il suo fisico e le sue fattezze hanno qualcosa di "sbagliato" che lo renderebbero inquietante anche in assenza di occhi bianchi. Dopo un'estate a base di squali, Man in the Dark è stato quindi il modo migliore per cominciare la stagione thriller/horror invernale, un ottimo e gustoso antipasto in attesa di Blair Witch, Ouija: Le origini del male, 31 e mille altre pellicole che stanno facendo capolino all'orizzonte. Cercate di non rimanere indietro, che non si sa mai chi può sentirvi ansimare nel buio...


Del regista e co-sceneggiatore Fede Alvarez ho già parlato QUI. Stephen Lang (il cieco) e Dylan Minnette (Alex) li trovate invece ai rispettivi link.

Jane Levy interpreta Rocky. Americana, ha partecipato a film come La casa. Ha 26 anni e due film in uscita, inoltre dovrebbe essere anche nel cast di Twin Peaks.


Daniel Zovatto interpreta Money. Americano, ha partecipato a film come It Follows e a serie come Agents of S.H.I.E.L.D. e Fear the Walking Dead. Ha 25 anni.


Paradossalmente i titolisti italiani stavolta l'hanno quasi azzeccata visto che il titolo originale di Don't Breathe avrebbe dovuto essere per l'appunto A Man in the Dark. Detto questo, se il film vi fosse piaciuto recuperate Gli occhi della notte e Hush. ENJOY!

12 commenti:

  1. Sono fiducioso! Con la sua prima fatica Alvarez mi aveva convinto e il tuo parere d horrorofila 'navigata' mi tranquillizza!

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    1. Ah io sono uscita dal cinema soddisfattissima, anche più che dopo aver visto La casa :)

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  2. Come sai, l'ho trovato esageratissimo - il ragazzo friendzonato quante volte resuscita, di preciso? - e pieno di forzature. Solita storia, più sopravvalutata. Mi aspettavo troppo. E continuo a preferirgli l'onestissimo Evil Dead.

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    1. Evil Dead però, per quanto mi fosse piaciuto, era ancor più zeppo di puttanate e personaggi imbecilli. Qui sì, c'è stato un momento tra quelli che coinvolgono Alex che mi ha perplessa parecchio ma per il resto ansia e divertimento a palate!

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  3. Evil Dead mi era piaciuto assai. Questo ce l'ho in lista ma nella nuova casa lo streaming cilecca parecchio e di andare da sola al cinema a vedere proprio questo...paura...

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  4. E insomma siete tutti (o quasi) d'accordo, non vedo l'ora di gustarmelo :)

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  5. Evil dead non era affatto male.
    Speriamo che Alvarez mi convinca allo stesso modo, o anche di più.

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    1. Se ti piace il genere ti convincerà parecchio!! :)

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  6. Huuuu sembra parecchio cattivello. L'altro ieri volevano farmelo vedere per i Cinema Day, ma ho optato per "Independence Day - Rigenerazione". Lo so: ho fatto una cazzata XD

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