martedì 28 febbraio 2012

Get Babol #12

Complici i più di 600 film che ho "giudicato" con un "mi piace" o "non mi piace", il sito GetGlue questa settimana da il bianco e parte con una valanga di consigli, tra cui Il domani che verrà - The Tomorrow Series, che da noi era già uscito lo scorso novembre e che ho snobbato. Ci azzeccherà, questa volta, oppure mi propinerà fregnacce inaudite? Vediamo, sono qui per questo! ENJOY!

Gone
Di Eitor Dhalia
Con Amanda Seyfried, Jennifer Carpenter e Wes Bentley

Trama (da Imdb): Quando sua sorella scompare, Jill si convince che il serial killer che l'aveva rapita due anni prima sia tornato, e si prepara a reincontrarlo...

Getglue me lo consiglia perché mi sono piaciuti Psyco, Il silenzio degli innocenti, San Valentino di sangue, Panic Room, Identità violate e Scream. Eeee, adesso!!!! Scomodami pure San Valentino di sangue, ma due caposaldi come Psyco e Il silenzio degli innocenti.. non ci credo nemmeno se lo vedo! Diamo un'occhiata agli interpreti, sorvolando sulla trama che è di una banalità sconcertante. ADORO Amanda Seyfried, anche se temo ultimamente stia diventando troppo fighetta, e Wes Bentley è sempre un bel vedere. Anche la Carpenter non è male, ma non mi fa impazzire. Il trailer promette un thriller come tanti altri, senza infamia né lode. Ma mi conosco, e so che se non ci sarà nient'altro da vedere al cinema quella settimana, punterò su Gone. Ancora non c'è una data di uscita italiana ma credo possa essere quel genere di film distribuibilissimo nel nostro paese.


Good Deeds
Di Tyler Perry
Con Tyler Perry, Gabrielle Union e Thandie Newton
Trama (da Imdb): La vita di Wesley Deeds, uomo d'affari molto inquadrato, viene sconvolta quando incontra Lindsey, madre single che lavora nel suo ufficio come donna delle pulizie.

Getglue me lo consiglia perché mi sono piaciuti A spasso con Daisy, Una poltrona per due e Qualcosa è cambiato, altri tre bei capisaldi. In pratica, ricco stronzo incontra donna povera, si innamora e cambia in meglio, come si evince anche dal titolo, un gioco di parole da mettersi a piangere per la tristezza. Va bene, si tratta sempre di film edificanti e a volte anche belli (tra l'altro questo parrebbe scritto, diretto e recitato benissimo), ma non è quel genere di pellicola che andrei a vedere al cinema e, tra le altre cose, sto Tyler Perry che scrive, produce, dirige e recita non lo conosco, quindi non ho nemmeno quest'incentivo. Vedrò se recuperarlo o meno quando verrà il momento.


Wanderlust
Di David Wain
Con Jennifer Aniston, Paul Rudd e Malin Akerman
Trama (da Imdb): Una coppia di Newyorkesi, rimasti entrambi disoccupati, cerca di trovare delle alternative di vita, decidendo infine di provare una comune rurale dove viene ancora praticato l'amore libero...

Getglue me lo consiglia perché mi sono piaciuti Una notte da leoni e Come ammazzare il capo... e vivere felici. A parte che ho preferito il secondo al primo, questo è il genere di commedia che, fondamentalmente, ti lascia come ti trova. Mi fa scendere una lacrima vedere che tra gli interpreti c'è anche la meravigliosa Lauren Ambrose di Six Feet Under, sicuramente sacrificata in qualche partaccia, senza contare che il trailer non mi ha strappato nemmeno una risata. Bocciato e nessuna idea sulla data di uscita italiana, anche se il trailer già doppiato lo trovate su Youtube.


Act of Valor
Di Mike McCoy e Scott Waugh
Con Alexander Veadov, Roselyn Sanchez, Nestor Serrano
Trama (da Imdb): Un team di Navy SEALs inizia una missione segreta per liberare un'agente CIA rapita.

Getglue me lo consiglia perché mi sono piaciuti Full Metal Jacket e La sottile linea rossa che, per inciso, assieme a Platoon e MASH sono gli unici film "di guerra" che abbia mai guardato, visto che il genere non mi appassiona. A maggior ragione, non andrò sicuramente a vedere questo Act of Valor che, se non ho capito male, usa attori non (o poco) professionisti ed è un mero elogio dei Navy SEALs, abbastanza patriottico da essere irritante, almeno per me. In Italia uscirà il 16 marzo.


The Fairy
Di Dominique Abel, Fiona Gordon e Bruno Romy
Con Dominique Abel, Fiona Gordon e Bruno Romy
Trama (da Imdb): L'impiegato di un hotel cerca per tutta Le Havre la fata che ha esaudito due dei suoi tre desideri prima di scomparire...

Getglue me lo consiglia perché mi è piaciuto Midnight in Paris e mi schiaffa così sulla home page l'unico film non americano della settimana (il titolo originale è La fée). La trama mi ispira, sembra assai carina. Il mio problema è che, molto banalmente, non amo troppo le commedie francesi (o franco - belga), salvo rarissimi casi, però è anche vero che di questo film sul web si leggono meraviglie. E il trailer è effettivamente... spiazzante. La fata, poveraccia, è un mostro, ma la realizzazione richiama molto quella di vecchissime commedie americane ed è particolarissima. Sicuramente mi incuriosisce, quindi proverò a cercarlo, visto che una data di uscita italiana, come sempre, non esiste!

lunedì 27 febbraio 2012

Oscar 2012

Anche quest’anno l’appuntamento con gli Academy Awards è arrivato e passato, come un ciclone. Oddio, quest’anno è stato più un venticello, visto che non ha portato con sé neppure una sorpresa. The Artist ha fatto man bassa di premi (miglior film, Michel Hazanavicius come miglior regista, Jean Dujardin, che già aveva vinto lo stesso premio al festival di Cannes, miglior attore protagonista, miglior colonna sonora originale e migliori costumi) candidandosi come film da vedere assolutamente al ritorno dalla mia gitarella berlinese, per cui rimando eventuali giudizi e rosicchiamenti di dita dopo la visione. Però permettetemi di dire che almeno il premio come miglior regista a Martin Scorsese per lo splendido lavoro fatto con Hugo Cabret lo dovevano dare (mi andava bene anche quello a Malick per il bellissimo The Tree of Life, che invece meritava di vincere come miglior film, eh!!). Invece il film porta a casa una marea di premi tecnici, tra cui quello meritatissimo ai “soliti” Francesca Lo Schiavo e Dante Ferretti per la scenografia e quello per la migliore fotografia.


Parlando di “soliti”, indovinate un po’ a chi è andato invece il premio come miglior attrice protagonista? All’iperfavorita Meryl Streep, che nonostante The Iron Lady fosse un film per molti versi debole, ha dimostrato di essere attaccata ai suoi ormai ottantamila Oscar come una cozza allo scoglio. Chino il capo davanti all’ormai comprovata e quasi banale grandezza di Mrs. Streep, ma la povera Rooney Mara andava premiata per mille motivi. Chissà, forse per i prossimi film dedicati a Millenium, se ci saranno.


Jean Dujardin, come ho detto, ha vinto il premio come miglior attore protagonista. Ribadisco la sospensione di giudizio finché non avrò visto The Artist, ma sono contenta che abbia vinto lui rispetto ad altri mostri sacri che ormai hanno stufato (leggi Giorgio Clooney e Bradano Pitt). Per lui, la carriera stenta un po’ a decollare, ma ci sono già due film che lo aspettano. Staremo a vedere, anche se un po’ rimpiango il mancato premio a Gary Oldman, attore superbo ne La Talpa.


Forza, forza, vai vai! e giubilo a palate per la vittoria di Octavia Spencer come miglior attrice non protagonista. La sua interpretazione della forte, scafata e sfacciata cameriera di colore Minnie in The Help è praticamente perfetta e rispetta in pieno lo spirito del personaggio, rendendolo sfaccettato e interessante come nel libro. Nel futuro la aspettano cinque film, per ora le aspettative sono molto alte ma, si sa, spesso gli Oscar sono l’anticamera di una carriera mediocre. Speriamo che questo destino non tocchi la povera Octavia.


Altro mostro sacro, Christopher Plummer, premiato come migliore attore non protagonista per il film Beginners, uscito nelle sale italiane (pare!!) lo scorso dicembre. Nel film in questione, che vede anche la partecipazione di Ewan McGregor e della Mélanie Laurent di Bastardi senza gloria, Plummer interpreta un vecchio malato terminale di cancro che confessa al figlio di essere gay. Sospendo il giudizio anche su questa interpretazione, nonché su quella degli altri candidati, perché non ho visto nessuno dei film coinvolti. Come al solito, tra il tempo che manca e la scarsa distribuzione italiana, il mio approccio alla notte degli Oscar è poco meno che vergognoso.


Tra gli altri premi, quello per la miglior sceneggiatura originale è andato a Midnight in Paris (quello per la miglior sceneggiatura NON originale è andato invece a Paradiso amaro), mentre Rango ha surclassato, e per fortuna, il tristissimo Gatto con gli stivali e il debole Kung – Fu Panda 2. Grandissimo escluso, relegato ad avere solo nomination per premi tecnici che neppure ha portato a casa, Harry Potter e i doni della morte – parte II, che meritava un po’ più di considerazione, se non altro per il povero Alan Rickman che, nel mio cuore, sarà sempre il vincitore morale di un Oscar come miglior attore non protagonista nei panni del divino Piton. E con questo sproloquio da Piton addicted concludo, alla prossima edizione!!

domenica 26 febbraio 2012

Bolla's top 5: Oscar!

Anche quest'anno è arrivato il momento più atteso, temuto e odiato da tutti i cinefili: la notte degli Oscar. Questa edizione 2012, se vogliamo essere sinceri, non parrebbe molto entusiasmante né foriera di sorprese, inoltre noi italiani saremo costretti a seguire la diretta ammorbati dalla voce querula di Simona Ventura (o meglio, VOI italiani. Io no, non ho Sky! XD), il che non invoglia affatto alla visione. A prescindere da tutto ciò, comunque, per festeggiare degnamente la vigilia della notte degli Academy Awards ho deciso di stilare una personalissima top 5 delle pellicole che hanno vinto l'ambita statuetta di miglior film dal 1927 al 2011. ENJOY!!

5 - Il padrino (The Godfather, 1972)

Definirlo semplicemente un film "di mafia" sarebbe come dire che il Colosseo è un vecchio edificio. Il primo film della trilogia de Il padrino ha lo stesso respiro epico di un'opera di Omero, affonda i denti nella società americana prima ancora che nel complesso sistema che governa le Famiglie mafiose, è una riflessione sui tempi che cambiano (troppo spesso in peggio) e su valori ancestrali che vengono o distorti o dimenticati. Marlon Brando è semplicemente un mostro di grandiosità e bravura, ma anche il resto del cast non scherza. Un caposaldo imprescindibile.



4 - Eva contro Eva (All About Eve, 1950)

Una spietata critica a ciò che accadeva "dietro le quinte" dei film, nel covo di vipere che era (e sicuramente è ancora) Hollywood. Una Bette Davis in stato di grazia interpreta la divina Margo, attrice ormai in declino ma ancora arroccata alla sua idea di primadonna, tanto arrogante quanto fragile ed insicura, che accoglie l'apparentemente semplice ed ingenua Eve (un'altrettanto meravigliosa Anne Baxter) consentendole di insinuarsi talmente tanto nella sua vita da risuscire a rubarle il posto. Dialoghi indimenticabili, una struttura a flashback modernissima e una storia ancora oggi avvincente, un altro caposaldo indimenticabile.



3 - Qualcuno volò sul nido del cuculo (One Flew Over the Cuckoo's Nest, 1975)

Ignorato per la bellezza di 28 anni, l'ho visto solo un paio d'anni fa e me ne sono innamorata. Un'opera corale dove il seme della speranza e della libertà viene seminato nell'arido terreno di un manicomio grazie alla vitalità, alla sfacciataggine, alla follia di uno dei più bei personaggi mai interpretati dal divino Jack Nicholson. Più di due ore di commozione, risate, riflessioni, urla liberatorie e attori che sarebbero diventati delle icone nel decennio seguente e non solo. Altro capolavoro di cui, se avete voglia, potrete anche leggere la mia recensione.



2 - American Beauty (American Beauty, 1999)

Quando entrai al cinema, quel giorno, era stranamente a film già iniziato. Imprecando tra i denti, non avrei mai potuto immaginare che quell'inusuale e sciagurato ritardo di un paio di minuti avrebbe contribuito a rendere la visione di American Beauty ancora più avvincente e scioccante... perché ero una delle pochissime persone in sala che non aveva idea del destino toccato alla voce narrante. Reminescenze a parte, questo film ha tutto: attori della madonna (Kevin Spacey e Annette Bening in primis ma anche quei tre grandissimi stronzi di Mena Suvari, Thora Birch e Wes Bentley, che dopo un film simile e un brillante futuro davanti sono riusciti ad affondare nella melma di produzioni imbarazzanti, tranne pochi casi isolati come Ghost World), una storia coinvolgente, una regia incredibile che riusciva a catturare lo spettatore con la magia di un sacchetto di plastica mosso dal vento o una pioggia di petali che si riversava dal soffitto e dal corpo di una giovanissima dea bionda, una colonna sonora indimenticabile. Altro moderno caposaldo, ultimamente un po' finito nel dimenticatoio, purtroppo.



1 - Il silenzio degli innocenti (The Silence of the Lambs, 1991)

Il primo della lista è il film dedicato all'ultimo, vero e grande mostro della storia del cinema, Hannibal Lecter. Tutti i film (e i libri scritti da Thomas Harris, ovviamente...) che sono venuti dopo sono delle baggianate, delle offese alla natura del colto cannibale, dei fenomeni da baraccone che non hanno nemmeno un quarto del valore, della bellezza e dello spaventoso potere di terrorizzare lo spettatore di cui è dotato Il silenzio degli innocenti. Basterebbe solo lo sfuggente gesto con cui Hannibal sfiora la mano di Clarice tra le sbarre della prigione per consacrare questo film a capolavoro eterno, ma sarebbe assurdo dimenticare lo sguardo magnetico e folle di Anthony Hopkins, la serrata, cupa regia di Demme, i dialoghi da antologia ("Scusa, sai, ma ho un amico per cena..."), l'inquietante score di Howard Shore e le immagini scioccanti del maledetto Buffalo Bill. Da vedere e rivedere, fino a consumare la cassetta come ho fatto io.

sabato 25 febbraio 2012

1911 (2011)

In questi giorni, spinta da curiosità, ho deciso di cercare e guardare 1911 (Xinhai Geming), diretto nel 2011 dal buon Jackie Chan, che tutti conosciamo come pazzo e acrobatico cinese protagonista di mille action movie e che qui offre invece un’inusuale interpretazione drammatica.


Trama: il film racconta la storia della rivoluzione cinese del 1911, quando le forze ribelli guidate da Huang Xing e Sun Yat – Sen riuscirono a spodestare la dinastia Qing e ad instaurare la prima repubblica.


1911 non è un film facile per un occidentale che di storia cinese non sa praticamente nulla. Il fatto che si svolgesse nello stesso periodo de L’ultimo imperatore di Bertolucci (visto una volta da bambina e poi mai più dimenticato né riguardato, visti i traumi che mi aveva causato…) mi ha un po’ aiutata a contestualizzare il tutto e a capire, ma tenere a mente la marea di nomi e facce, praticamente tutti e tutte uguali, dei personaggi che popolano la pellicola è praticamente un’impresa epica. 1911 tuttavia viene incontro al pubblico ignorante occidentale intervallando lo scorrere degli eventi con del testo scritto in sovrimpressione, che racconta, riassume e sintetizza un po’ alcune vicende, inoltre introduce quasi tutti i personaggi con un’altra didascalia che mostra il loro nome e il loro ruolo all’interno della società cinese. Questa piccola premessa era d’obbligo, perché 1911 è davvero un film splendido e sarebbe un peccato rinunciare ad “affrontarlo” per il timore di non capire nulla e ritrovarsi davanti un polpettone storico indigeribile.


Jackie Chan dirige con una classe e una bravura che farebbero impallidire registi ben più “seri” e scafati, avvalendosi della collaborazione del direttore della fotografia Li Zhang. Il risultato è un fluido scorrere di immagini splendide e molto forti dal punto di vista emotivo, che mescolano il sangue, il dolore e la frenesia della guerra a momenti più riflessivi e quasi lirici, accompagnati da una colonna sonora di incredibile bellezza. I dialoghi penalizzano un po’ il film, perché sono conditi da un’inevitabile retorica, ma il bello è che, nonostante questo, 1911 non è un film utopico che celebra la rivoluzione chiudendo gli occhi su tutte le cose negative che porta con sé, anzi. E' vero che Sun, il primo presidente cinese, viene dipinto come un altruista assoluto, pronto a rinunciare al potere per il bene del popolo, a condividere la gloria con l'amico e guardia del corpo Huang Xing, a farsi da parte se necessario, ma viene anche mostrato come i rivoluzionari siano dovuti scendere a patti con generali corrotti e governi stranieri pronti a cambiare bandiera a seconda della convenienza economica, oppure come la rivoluzione non abbia portato i risultati sperati, lasciando nella povertà la maggior parte del popolo, già provato da un terribile bagno di sangue costato moltissime vite. Inoltre, anche la famiglia imperiale non viene stigmatizzata come "il nemico", ma viene mostrata come un gruppo di persone fragili, ignoranti (la sequenza in cui la rivoluzione francese viene considerata una "leggenda" occidentale usata solo per spaventarli mette i brividi..), testardamente aggrappate ai loro privilegi e dipendenti dalle parole di una donna sola e spaventata o da quelle di un bambino troppo piccolo per poter diventare imperatore.


Il fulcro del film è principalmente la dicotomia tra Sun, "la mente" portatrice delle idee rivoluzionarie all'estero, e Huang Xing, "il braccio" armato tuttavia anche di grande cuore e lungimiranza, disposto a rimanere nell'ombra perché, a detta sua, quello di portare in giro per il mondo la parola e lo spirito della rivoluzione è un compito molto più arduo e difficile di quello di condurre una guerra. Grande importanza, tuttavia, viene anche data alla figura della donna. 1911 si apre con le strazianti immagini di una rivoluzionaria condannata a morte, pronta ad affrontare il suo destino per i propri figli e tutti quelli dei suoi compatrioti e, nel corso della storia, introduce la compagna di Huang Xing, l'unica in grado di riportarlo alla ragione, o la figlia dell'ambasciatore cinese in Inghilterra, una ragazza dalla mentalità aperta che da fiducia a Sun e gli consente di parlare ai rappresentanti delle nazioni straniere nonostante la mentalità conservatrice del nobile padre. Jackie Chan, infine, non rinuncia neppure ad un'ironica autocelebrazione di sé stesso, nonostante l'assoluta serietà del proprio personaggio, e si profonde così in un breve, acrobatico e velocissimo combattimento in solitaria contro alcuni attentatori. Insomma, 1911 è un film che mi sento di consigliare; sicuramente non è adatto a tutti e a tratti risulta sicuramente un po' pesantino, ma secondo me merita comunque una visione.


Di Jackie Chan, qui nel doppio ruolo di regista e interprete di Huang Xing, ho già parlato qui. Li Zhang invece è l’altro regista della pellicola, qui alla sua prima esperienza. In precedenza, aveva lavorato come direttore della fotografia in film che purtroppo non conosco e, sempre purtroppo, su di lui non trovo né foto né informazioni ulteriori. Se qualche cinefilo orientaleggiante è all’ascolto e vuole aiutarmi…

Bingbing Li interpreta Xu Zonghan. Attrice cinese, la ricordo per film come Diciassette anni e L’impero proibito. Ha 39 anni e un film in uscita, Resident Evil: Retribution.


Joan Chen (vero nome Chong Chen) interpreta l’imperatrice Longyu. Cinese, la ricordo innanzitutto per avere interpretato l’affascinante e fragile Jocelyn Packard ne I segreti di Twin Peaks, poi per film come L’ultimo imperatore, Fuoco cammina con me e Dredd – La legge sono io. Ha partecipato anche a serie come Supercar, Miami Vice, MacGyver, Nightmare Café e Oltre i limiti. Anche regista, sceneggiatrice e produttrice, ha 51 anni e cinque film in uscita.


Nel film compare anche Jaycee Chan, figlio trentenne di Jackie Chan, nei panni di Zhang Zhenwu. Non ho film da consigliarvi in caso piacesse 1911, ma personalmente cercherò di recuperare L’ultimo imperatore e affrontare così questo demone d’infanzia! ENJOY!

venerdì 24 febbraio 2012

WE, Bolla! del 24/02/2012

Buon venerdì, ladies and gentlemen! Comincia un’altra settimana cinematografica all’insegna del NULLA, almeno dalle mie parti… ma per fortuna il primo marzo parto per Berlino e chi s’è visto s’è visto! Certo, questo significa che la prossima settimana la rubrica non ci sarà oppure che verrà rimandata a lunedì, ma so che sopravviverete. ENJOY!


Viaggio nell’isola misteriosa – 3D
Reazione a caldo: ma che è stammmerda?!
Bolla, rifletti!: Beh, è una domanda legittima, la mia. Innanzitutto mi chiedo perché mai “Dwayne Johnson”, che adesso fa il figo e ha abbandonato il soprannome The Rock, continui a fare film, ma mi chiedo anche perché mai i suoi film arrivino in Italia e sempre nei cinema. Ah, è il seguito di quell’altro viaggetto che si fece Brendan Fraser qualche anno fa? Che botta di fortuna!!! Oh, ma guarda: c’è anche Michael Caine… che botta di tristezza.


Quasi amici
Reazione a caldo: Mah…
Bolla, rifletti!: il secondo film più visto in Francia da quando Meliès ha cominciato a girarli, praticamente. La cosa non mi turba affatto, le commedie francesi non mi fanno impazzire, anche se lo ammetto: la storia di un’amicizia tra un ricco bianco paraplegico e un senegalese povero sicuramente è molto edificante. Però è anche vero che sono ligure e il cinema costa tanto, preferisco risparmiare per qualcosa di più interessante.


Paradiso amaro
Reazione a caldo: Ah, eccolo lì! Mi pareva strano che non uscisse…
Bolla, rifletti!: ecco il film dove, pare, il buon Clooney abbia dato il bianco rivelando di essere un attore della straMadonna, candidandosi come favoritissimo all’Oscar di quest’anno. Peccato che questo Paradiso amaro mi sappia di film talmente ammorbante che la voglia di vederlo non mi è passata… non mi è proprio mai venuta! Aspettiamo la notte di domenica, per sapere se mister “imagEna. Puoi” porterà a casa l’ambita statuetta… al limite lo si recupera dopo.

Al cinema d’élite danno qualcosa di effettivamente assai più brioso e interessante di questa robetta di cui sopra…


Hysteria
Reazione a caldo: Aaah, ma allora ha avuto una distribuzione italiana!!
Bolla, rifletti!: ma non sia mai, però, che questo genere di film finisca in un multisala, anzi! La storia del primo vibratore, usato per trattare l’isteria femminile in un’epoca di repressione sessuale, sotto forma di commedia romantica. Non sarà il film del secolo ma è in costume nonché ambientato nell’età Vittoriana (e io adoro i film in costume ambientati in epoca Vittoriana u__u) e ci sono due attori che mi piacciono parecchio, come Rupert Everett e Maggie Gyllenhaal, senza dimenticare Jonathan Pryce. Dommage!! Recupererò anche questo, sicuramente!

giovedì 23 febbraio 2012

Tooth & Nail (2007)

Visto che mala tempora currunt, perché non indulgere nei dubbi per il futuro guardando un film che, in qualche modo, racconta una possibile fine del mondo, come questo Tooth & Nail, diretto nel 2007 dal regista Mark Young?


Trama: Quando le riserve di benzina si esauriscono definitivamente, l’umanità cade in ginocchio. Il mondo piomba in una sorta di medioevo dove solo il forte sopravvive; nella fattispecie, un gruppetto di persone dovrà cercare di scampare all’attacco di un branco di energumeni cannibali…



Di Tooth & Nail non saprei davvero cosa dire. Come horror è ben poca cosa, qualche attimo di “ansia” dovuta al non sapere dove saranno nascosti i cannibali e qualche accettata ben assestata dentro crani o schiene ma nulla più. Come film è senza infamia né lode, nel senso che non brilla né per la regia, né per gli interpreti, né per la trama ma non è neppure mal fatto o trash o inguardabile. Se esistesse un premio per un Normalfilm, Tooth & Nail lo vincerebbe sicuramente. Però qualche considerazione sulla trama e sullo spreco di un paio di ottimi attori si possono fare.


Partiamo, appunto, dall’occasione sprecata. I realizzatori disponevano di due caratteristi d’eccezione come il bellissimo Michael Madsen e il mitico Vinnie Jones e hanno semplicemente deciso di usarli per attirare i loro fan a vedere il film senza pensare che sarebbero stati insultati da qui all’eternità. I due attori, infatti, sono stati infilati a forza nel branco di cannibali (una masnada di sbabbari con velleità di hooligans, dei tamarri armati) solo per ravvivare un po’ la fondamentale tristezza del loro trucco e parrucco, e per dare qualche faccia da ricordare visto che gli altri mmostri si vedono giusto di sfuggita, tranne quello che si ostina ad affilarsi i denti. La cosa mi sarebbe anche andata bene, se non fosse che Madsen, dopo mezz’ora di film in cui la sua presenza si riduce a cinque minuti, scompare dalla circolazione e Vinnie Jones, invece, ANCHE e viene pure usato come corollario della triste moraletta finale (in un mondo senza legge, per proteggere le cose a cui tieni, devi lottare con le unghie e con i denti, tirare fuori quella bestia che di solito si nasconde nell’oscurità in agguato, blablabla…). Dato che gli unici momenti veramente interessanti e “simpatici” del film sono quelli in cui compaiono loro, mi sembra davvero un po’ poco.


Questo difetto del film mi porta così a fare qualche considerazione sulla trama. Mettere due attori carismatici come Madsen e Jones a fare i “cattivi” significa già spingere il pubblico a tifare per loro più che per i protagonisti. Se poi questi ultimi sono di un’ottusità, di una scemenza e di un’apatia rare ecco che persino il meccanismo di immedesimazione con le vittime viene meno, il film perde del tutto il suo scopo. Ma Cristo, siete uno sparuto gruppetto che cerca di sopravvivere sapendo che all’esterno il mondo è ormai una giungla e cosa fate? … NIENTE! State chiusi in un ospedale pregando gli angeli e i santi che nulla entri e trattate come un idiota l’unico che propone di costruire delle barricate ed imparare ad usare le armi. “No, Viper, vai ad aggiustare i tubi dell’acqua. No, dai, vai a riparare la falla del tetto che perde. Senti, impara a ricavare delle omelette dallo sterco di topo”. E santo cielo! Allora è giusto che i cannibali arrivino e vi facciano a pezzi, visto che il capogruppo passa il tempo a disegnare progetti che conosce solo lui (e a copulare col pezzo di ghiaccio in sembianze di donna che gli sta accanto), il bulletto del gruppo si rende utile insultando, prendendo in giro e mugugnando (e copulando col pandoro in sembianze di donna che gli sta accanto), gli altri due uomini aspettano, ahiloro, qualcuno con cui copulare e infine la mocciosa, che parrebbe comunque la più intelligente, è muta e non può copulare perché, come dice l'odiosa bambina del Kinder, è PPPPiCCola. Dei vari escamotage usati per difendersi dagli hooligans non parlo per non rovinarvi la sorpresa, soprattutto l’ultimo è abbastanza paraculo e mi sorge il dubbio che non sia al 100% medical accurate (come lo Human Centipede), ma anche la morte istantanea per acido muriatico mi perplime. Certo però che se questo è quel che ci aspetta in caso il mondo dovesse finire per mancanza di benzina, meglio cominciare ad andare in bicicletta subito!! O, se proprio non potete fare a meno della macchina, cominciate ad imparare la raffinata tecnica della macellazione umana, visto che allevare vacche, maiali, polli o persino andare a caccia pare essere ormai out... e come dicevano gli Articolo 31, “il tamarro è sempre in voga perché non è di moda mai” quindi tirate fuori giuMbotti di pelle e pellicce dall’armadio, vi serviranno.


Di Rider Strong, che interpreta Ford, ho già parlato qui, mentre Rachel Miner, che interpreta Neon, la trovate qua.

Mark Young è il regista e sceneggiatore della pellicola. Ha diretto altri tre film e un corto, che però non conosco. Anche produttore e attore, dovrebbe avere una trentina d’anni.


Michael Madsen interpreta uno dei Rover, Jackal. Che ve lo dico a fare? Da quando l’ho visto ne Le Iene è diventato uno dei miei attori preferiti in assoluto, e il fatto che spesso e volentieri quest’uomo bellissimo e meraviglioso si butti via con delle scemenze mi spezza il cuore. Tra i film a cui ha partecipato ricordo Free Willy – Un amico da salvare, Specie mortale, Free Willy 2, il bellissimo Donnie Brasco, Species II, i capolavori Kill Bill vol. 1 e 2, l’orripilevole Blueberry e lo splendido Sin City; inoltre ha prestato la voce per il film Le cronache di Narnia: il leone, la strega e l’armadio e partecipato alle serie Miami Vice, CSI: Miami, 24. Americano, anche produttore e sceneggiatore, ha 54 anni e la bellezza di diciotto film in uscita!


Vinnie Jones (vero nome Vincent Peter Jones) interpreta il Rover Mongrel. Ex calciatore ed altro caratterista d’eccezione, lo ricordo per film come i bellissimi Lock & Stock e Snatch, X – Men – Conflitto finale e quel Midnight Meat Train che, purtroppo, devo ancora vedere. Inglese, ha 46 anni e nove film in uscita.


Michael Kelly interpreta Viper. Americano, ha partecipato a film come Man on the Moon, Unbreakable – Il predestinato, L’alba dei morti viventi e Changeling, oltre a serie come CSI: Miami, I Soprano e Criminal Minds. Ha 42 anni e un film in uscita.


Robert Carradine (vero nome Robert Read Carradine) interpreta Darwin. Figlio di John Carradine e fratellastro di David Carradine, ha partecipato a film come Mean Streets, L’orca assassina, La rivincita dei nerds, La rivincita dei nerds II, La rivincita dei nerds III, The Tommyknockers e La rivincita dei nerds 4, a serie come Kung Fu, Alfred Hitchcock presenta, Ai confini della realtà, ER – Medici in prima linea, Jarod il camaleonte, NYPD, Nash Bridges, Lizzie McGuire e doppiato alcuni episodi di Robot Chicken. Americano, anche produttore e regista, ha 57 anni e tre film in uscita.


Nessun film da consigliarvi e nessuna leggenda metropolitana da raccontarvi su Tooth & Nail, che fa sempre parte di quel gruppo di “8 films to die for” usciti nel 2007 dopo l’After Dark Horror Fest, quindi… ENJOY!

martedì 21 febbraio 2012

Cloverfield (2008)

Oggi parlerò dell’ennesimo mockumentary, genere che va parecchio per la maggiore ultimamente. Nella fattispecie, il Bollalmanacco sta per affrontare quel famoso Cloverfield, diretto nel 2008 dal regista Matt Reeves, che avevo snobbato all’uscita nei cinema (non ricordo se volutamente o meno, in effetti…).


Trama: attraverso un filmino amatoriale assistiamo alla totale distruzione dell’isola di Manhattan, dopo che New York viene invasa da un non meglio specificato mostro marino…


Il mockumentary, si diceva. Una volta, questo sconosciuto, adesso invece genere quotatissimo nell’industria cinematografica. Cloverfield è uno degli ultimi esempi del genere e, per quanto ne ho potuto capire, anche uno dei più interessanti. Essendo abituata, fin dai tempi di The Blair Witch Project, al vedere mostrato poco o nulla oppure ad ambienti chiusi come quelli che si possono vedere in Rec o Paranormal Activity, l’idea di girare con questa tecnica un film di mostri all’interno di una metropoli già di per sé è originale e anche vedere la sconvolgente immagine della creatura e i danni che infligge irrimediabilmente ad una città come New York mozzano il fiato. A prescindere, infatti, dalla furbissima campagna promozionale che io, però, non ho vissuto (video finti, falsi account myspace dei personaggi, miriadi di siti internet dedicati ai temi trattati… d’altronde, il produttore è J.J. Abrams, che di pubblicità ne sa quasi più di Spielberg!), Cloverfield è un bel film, inquietante, ansiogeno e ben diretto.


Quello che mi è piaciuto di più è la totale assenza di spiegazioni, com’è giusto che sia. Ad un certo punto, in tutte le pellicole come queste i personaggi, in modo più o meno gratuito, si beccano lo “spiegone” di cui beneficia di rimando anche lo spettatore. Qui spiegazioni non ce ne sono e tutte le cose che accadono, dalla comparsa del mostro alla causa della morte violenta di uno dei protagonisti per esempio, sono avvolte nel mistero, restano nei limiti di quello che Hud, il “regista” per così dire, riesce a sapere e mostrare con la telecamera. Tutto avviene in tempo reale e rispetta la durata di una semplice cassettina per telecamera portatile, consentendoci così di vivere in diretta le emozioni, la paura, l’incertezza dei protagonisti che, nel bel mezzo di una festa, testimoniano la fine della loro esistenza e della città in cui abitano. L’apocalisse tascabile, insomma, intervallata da spezzoni di un vecchio e più felice filmato che, come la vita dei personaggi coinvolti, viene a poco a poco cancellata dagli eventi di Cloverfield e conclude il film con un beffardo “è stata una bella giornata”.


Ovviamente, la pellicola non è priva di quell’aura di “bufala” che maledice quasi tutti i mockumentary. Personalmente, non capirò mai come sia possibile far passare per verosimile l’idea di uno che, nel bel mezzo di un’invasione di zombie, mostri o affini, si incolla la telecamera alla mano e continua a girare finché non gli staccano di netto l’arto, o peggio. Posso capire in Rec, dove si parla di giornalisti professionisti, ma quello di Cloverfield è l’americano medio dal cervellino sottosviluppato. Certo, a volte spegne la telecamera, altre volte la fa cadere, ma fondamentalmente poi è sempre lì a recuperarla e riaccenderla, anche quando gli tocca scalare un grattacielo in bilico dove i suoi compari fanno fatica a camminare con le mani libere. E non sia mai che il suo amico fesso la lasci a terra nemmeno dopo l’incidente finale o dopo essere stato a tu per tu col mostro!! Miseria, che manie di protagonismo, altro che Grande Fratello! Ma scherzi a parte, un’occhiata a Cloverfield la darei, perché è molto ben fatto. A mio avviso, purtroppo, perde molto su piccolo schermo, non oso immaginare l’effetto che avrà fatto al cinema ai fortunati che lo hanno visto… io, sicuramente, andrò a vedere il seguito.


Del regista Matt Reeves ho già parlato qui mentre Mike Vogel, che interpreta Jason, lo trovate qui. Della partita anche Odette Yustman ( o Annable, che è il suo vero cognome), già approdata sui lidi bollalmanacchici qua.

Lizzy Caplan (vero nome Elisabeth Anne Caplan) interpreta Marlena. Americana, ha partecipato a film come Mean Girls e 127 ore, oltre a serie come Smallville, Tru Calling, True Blood e ad aver doppiato alcuni episodi di American Dad!. Anche produttrice, ha 29 anni e quattro film in uscita.


Nel 2014 dovrebbe uscire un prequel (o un seguito? D’altronde durante i titoli di coda si sente dire “Help us”… ma se lo si riproduce al contrario, suona molto come “It’s still alive” ARGH!!) del film, sempre diretto da Matt Reeves. Nell’attesa, avete tutto il tempo di vedervi con calma Cloverfield, quindi… ENJOY!

lunedì 20 febbraio 2012

Get Babol #11

Torna l'appuntamento con i film usciti in settimana nelle sale USA, saltato l'ultima volta per mancanza di consigli. Oggi il sito GetGlue parte col botto, suggerendomi di vedere Arrietty - il mondo segreto sotto il pavimento (già fatto, grazie!) ma il secondo film che mi propone... Gesù. Vabbé, andiamo con ordine. ENJOY!!


Ghost Rider: Spirit of Vengeance
Di Mark Neveldine e Brian Taylor
Con Nicolas Cage, Ciarán Hinds e Idris Elba

Trama (da Imdb): Johnny Blaze viene richiamato dal suo nascondiglio nell'Europa dell'Est per fermare il diavolo, che sta cercando di assumere forma umana.

Getglue me lo consiglia perché mi sono piaciuti X - Men: l'inizio, Wolverine, La mummia e Hellboy. Quello che però il sito non sa è che io ho DETESTATO il primo Ghost Rider, uno dei film più stupidi, brutti e mal recitati che siano mai stati diretti. Il mio cuore sanguina, perché tra gli interpreti vedo anche Anthony Head, il signor Giles di Buffy. Perché, Tony, perchééé???? Sicura che non potrà essere peggio del primo, non lo andrò comunque a vedere. In Italia uscirà il 23 marzo.
P.S. Il doppiaggio italiano ridarà a Ghost Rider la voce da peppia di Malekith? Staremo a vedere...


Buzzkill
Di Steven Kampmann
Con Daniel Raymont, Krysten Ritter, Darrell Hammond

Trama (da Imdb): Uno scrittore spiantato ottiene la fama in modo abbastanza insolito, quando un famigerato serial killer, il Karaoke Killer, gi ruba la macchina e la bozza del suo ultimo lavoro.

Getglue me lo consiglia perché mi sono piaciuti Little Miss Sunshine, Ghost World e Le avventure acquatiche di Steve Zissou, tre piccoli gioielli. La trama di Buzzkill (che in inglese è un termine usato per indicare un guastafeste) mi sembra carina e questo genere di commedie indipendenti di solito mi piacciono, inoltre il trailer promette benissimo. Temo sia una di quelle cose che non arriverà MAI in Italia, nemmeno per sbaglio, neanche sul mercato dell'home video. Ma chissene, credo sia meglio vederselo in inglese.


On the Ice
Di Andrew Okpeaha MacLean
Con Josiah Patkotak, Frank Qutuk Irelan e John Miller

Trama (da Imdb): Barrow, Alaska. Il legame tra due teenager, Qalli e Aivaaq, viene messo alla prova quando una battuta di caccia alla foca si conclude con la morte di un loro amico.

Getglue me lo consiglia perché mi sono piaciuti Non lasciarmi e Memento. Ora, dalla trama mi sembra che con questi due film non ci azzecchi nulla, e come storia mi sembra abbastanza trita: luoghi isolati, gente che muore per sbaglio, amicizie che si sfaldano. Però dal trailer pare sia girato molto bene, considerata la sua natura di opera prima del regista, ed è stato premiato anche a Berlino, oltre che presentato al Sundance di quest'anno. Visto il genere e l'ambientazione, che non mi dispiace affatto e che di solito viene poco sfruttata e vista al cinema, potrei dargli un'occhiata. Anche per On the Ice, però, dubito esisterà mai una distribuzione italiana.


Michael
Di Markus Schleinzer
Con Michael Fuith, David Rauchenberger e Christine Kain

Trama (da Imdb): Un dramma che racconta cinque mesi della vita di un pedofilo che tiene un bimbo di 10 anni rinchiuso in cantina.

Getglue me lo consiglia perché mi sono piaciuti L'uomo senza sonno e A History of Violence. Fosse anche vero, non penso comunque che mi metterei a guardarlo, visto che l'argomento mi infastidisce terribilmente. Per curiosità, siccome un utente di Imdb ha dichiarato di essersi fatto le matte risate guardandolo, ho deciso di cercare il trailer sperando in una qualche macabra commedia, invece l'ho trovato inquietante e asettico da far paura, con la faccia del protagonista principale inguardabile, da brividi. Eviteròllo come la peste, rischio di starci male per giorni (e gli utenti di Imdb che cavolo si fumano???)

venerdì 17 febbraio 2012

WE, Bolla! del 17/02/2012

Settimana cinematografica molto insulsa quella che comincia oggi. Tanto che la serata Sono fotogenico che intendevo organizzare con delle amiche particolarmente folli potrei tranquillamente farla mercoledì o giovedì. Piuttosto che guardare ‘sta rumenta…. ENJOY!!!


Jack e Jill
Reazione a caldo: DUE Adam Sandler? Già non ne sopporto uno…
Bolla, rifletti!: quando, parecchio tempo fa, erano usciti Il professore matto con tutti i suoi seguiti, solo una cosa avevo pensato. Un comico (in quel caso Eddie Murphy), quando arriva a giocare la carta dello sdoppiamento, della moltiplicazione su schermo, è davvero alla frutta. Adam Sandler non mi ha mai fatto ridere, con quella sua spocchia e quella mollezza congenita, quindi la conclusione è inevitabile, eviterò questo Jack e Jill come la peste, dovessi anche leggerne meraviglie.


In Time
Reazione a caldo: Ossignore, quello è Justin Timberlake?!
Bolla, rifletti!: Non andrò MAI a vedere un film con Justin Timberlake, nemmeno se il regista è Andrew Niccol. Che, per inciso, The Truman Show a parte, non mi ha mai fatta impazzire. E la trama, francamente, mi deprime: un futuro dove la gente può vivere eternamente venticinquenne ma solo se ha i soldi? Facciamo che lascio correre, vah, che sono già fuori tempo massimo. Al limite lo recupero in qualche altro modo. Il prossimo, prego!


War Horse
Reazione a caldo: Cavallo goloSSSSso!!
Bolla, rifletti!: dopo il delfino curioso di qualche settimana fa, mancava il cavallo goloso. Di cui ho già visto almeno quattro trailer in questi mesi, trailer che mi hanno indurita a livelli impensabili. Sì, perché questo War Horse è studiato a tavolino per fare piangere, per beccarsi Oscar, per ammorbare l’audience schiacciandola con la tipica storia edificante che mescola speranza, guerra, animali, bambini, vecchi, eroismo, sentimenti profondi ed alti valori morali. Quindi ho deciso che non soccomberò né al potere equino né a quello del Señor Spilbergo. E con questo chiudo, visto che al cinema d’élite ripropongono Albert Nobbs. Alla prossima settimana!!

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