martedì 13 settembre 2011

Misery non deve morire (1990)

Lo Shining di Kubrick è senza dubbio il film più famoso e più bello tratto da un’opera di Stephen King. Però bisogna ricordare che c’è un altro film, sicuramente meno innovativo e particolare per quanto riguarda regia e adattamento, ma altrettanto bello e degno di rappresentare l’opera che vorrebbe portare su schermo. Sto parlando di Misery non deve morire (Misery), diretto nel 1990 dal regista Rob Reiner.



Trama: Paul Sheldon è un famosissimo scrittore, la cui fama è legata principalmente alla serie di romanzi dedicati all’eroina Misery. Un giorno viene sorpreso da una tempesta di neve su una stradina di montagna e ha un gravissimo incidente, a cui sopravvive solo perché viene trovato e salvato dall’ex infermiera Annie Wilkes, la sua “fan numero uno”. Sheldon scoprirà così che ci sono destini peggiori della morte…



In vita mia ho letto ben pochi libri più inquietanti di Misery. Ogni pagina di quel romanzo è permeata da tale un senso di “sospensione”, di attesa, di paura, da essere quasi insostenibile. Annie Wilkes, infermiera dall’oscuro e ambiguo passato e decisamente “reale” nella sua implacabile follia, è un babau peggiore di qualsiasi mostro “fantastico” possa mai venire partorito da mente umana. Il miracolo di Misery non deve morire è che la stessa tensione che si vive leggendo il libro ci viene riversata addosso guardando il film, che vive proprio dell’interpretazione della grandissima Kathy Bates (che non a caso ha vinto l’Oscar quell’anno, come migliore attrice protagonista). E’ quasi ipnotico vedere come nel lasso di un secondo la sua espressione possa cambiare dall’adorante al distaccato al depresso al rabbioso, trasformando una semplice infermiera in un mostruoso, granitico ed implacabile idolo malvagio che incombe sul povero scrittore immobilizzato a letto, con il quale non possiamo fare altro che immedesimarci, e per il quale proviamo una grande pena anche se, diciamocelo, è ben lungi dall’essere un personaggio accattivante o simpatico.



Assieme alla splendida interpretazione della Bates ci sono altri elementi che concorrono a rendere Misery non deve morire un piccolo capolavoro della suspance e dell’horror. Innanzitutto l’ovvia scelta dell’ambientazione: quella maledetta camera in cui rimane bloccato Sheldon, di cui arriviamo a conoscere ogni anfratto, compresa l’inutile finestra che mostra solo il cortile; la casa zeppa di barriere architettoniche di ogni genere (ovviamente le scale, ma anche le porte chiuse, i coltelli irraggiungibili, le statuine che cadono al minimo tocco…); infine il freddo paesaggio di montagna, innocuo all’apparenza ma in realtà pericolosissimo, proprio come Annie. E come in un perfetto thriller “hitchcockiano” c’è pochissimo sangue, assenza ampiamente compensata da una delle scene più raccapriccianti della storia del cinema, una mutilazione brutale eseguita con un sangue freddo spietato (anche se nel libro è ben più terribile…). Inutile dire che consiglio spassionatamente la visione di Misery non deve morire, soprattutto in lingua originale, dove potrete godere dell’assurdo linguaggio “pulito” di Annie (“you cockadoodie” o “you dirty bird” penso siano gli insulti più geniali mai coniati), e anche la lettura di Misery, ovviamente.

Rob Reiner (vero nome Robert Reiner) è il regista della pellicola. Americano, ha diretto film come Stand by Me – Ricordo di un’estate, La storia fantastica, Harry ti presento Sally, Codice d’onore (nominato all’Oscar come miglior film) e Storia di noi due. Anche attore, sceneggiatore, produttore e compositore, ha 64 anni e un film in uscita.



Kathy Bates (vero nome Kathleen Doyle Bates) interpreta Annie Wilkes. Secondo me una delle più grandi attrici viventi, la ricordo per film come La brillante carriera di un giovane vampiro, Dick Tracy, lo splendido Pomodori verdi fritti – alla fermata del treno, L’ombra dello scorpione, L’ultima eclissi, Diabolique, Titanic, Rat Race e A proposito di Schmidt. Ha inoltre partecipato ad episodi delle serie Love Boat, Una famiglia del terzo tipo e Six Feet Under. Americana, anche regista e produttrice, ha 63 anni e due film in uscita.



James Caan interpreta Paul Sheldon. Attore americano passato alla storia per il ruolo di Sonny Corleone ne Il Padrino (che gli ha fruttato una nomination all’Oscar come miglior attore non protagonista), lo ricordo anche per altri film come 1941: Allarme a Hollywood, Dick Tracy ed Elf. Anche regista, ha 71 anni e sei film in uscita.



Richard Farnsworth interpreta lo sceriffo Buster. Americano, lo ricordo per film come Un giorno alle corse, Via col vento, I dieci comandamenti, Spartacus e Una storia vera, il suo ultimo film, che gli ha portato la seconda nomination all’Oscar, come miglior attore protagonista (la prima era stata quella come miglior attore non protagonista per il western Arriva un cavaliere libero e selvaggio). Purtroppo si è suicidato nel 2000, all’età di 80 anni.



Lauren Bacall (vero nome Betty Joan Perske) interpreta Marcia Sindell. Quando ho letto il suo nome nei titoli di testa ho pensato “ma è proprio QUELLA Lauren Bacall?”. Sì, è proprio quella, la storica compagna del mitico Humphrey Bogart, la stessa che ha recitato in film come Acque del sud, Il grande sonno, Come sposare un milionario, Assassinio sull’Orient Express e, ultimamente, in pellicole come Dogville e Birth – Io sono Sean. Ha anche doppiato la versione inglese de Il castello errante di Howl. Americana, ha 87 anni.



Frances Sternhagen interpreta Virginia. Se siete stati fan di E.R. vi ricorderete di quest’attrice americana per il ruolo della madre di John Carter. Altrimenti, la potrete vedere nel film Doc Hollywood – Dottore in carriera e nelle serie Oltre i limiti, Law & Order e Sex & The City. Ha inoltre doppiato un episodio de I Simpson. Americana, ha 81 anni e un film in uscita.  



Trovare l’attore per il ruolo di Paul Sheldon pare sia stata un’impresa epica. All’inizio era stato contattato Jack Nicholson, che aveva già interpretato uno scrittore “kingiano” nel capolavoro Shining di Stanley Kubrick, e che ha rifiutato proprio per questo motivo. Poi, alla lista si sono aggiunti nomi del calibro di Kevin Kline, Michael Douglas, Harrison Ford, Dustin Hoffmann, Robert De Niro, Al Pacino, Gene Hackman, Robert Redford e Warren Beatty, ma la maggior parte di loro ha rifiutato perché il personaggio sarebbe stato messo in ombra da quello di Annie Wilkes. Anjelica Huston e Bette Midler erano invece in lizza per il ruolo di Annie, ma per fortuna hanno entrambe declinato l’offerta. Tra l’altro, Stephen King si è così innamorato della bravura di Kathy Bates, che il libro Dolores Claiborne lo ha scritto proprio pensando all’attrice. Del film pare esista una versione indiana (con davvero pochissime differenze di trama) del 2003 dal titolo Julie Ganapathy. E cerchiamolo! Nel frattempo che io cerco, intanto, voi guardatevi il trailer originale di Misery non deve morire... ENJOY!!

4 commenti:

  1. Bello davvero, lo ricordo con piacere.
    L'infermiera è inquietantissima e lo scrittore - che effettivamente non è che faccia tutta 'sta grande impressione - si gioca le sue carte anche in modo un po' meschino e subdolo, ma vista la situazione direi che non avesse grandi alternative O.o

    Penso una cosa del genere sia l'incubo peggiore di tutti i personaggi famosi, scrittori in primis o.ò

    RispondiElimina
  2. Hahaha molto probabilmente Stephen si sarà molto immedesimato, ma io non vorrei mai tenerlo segregato in casa con le gambette spezzate, povero U__u

    RispondiElimina
  3. Stephen King dovrebbe fare causa ad Hollywood per come l'hanno trattato. Per fortuna c'è stato quel genio di Kubrick...

    RispondiElimina
  4. Il problema di King, purtroppo, è che il 90% delle volte a lui i film che traggono dai suoi libri piacciono un mucchio!!!
    Con Misery gli è andata benissimo, almeno per una volta!
    Grazie per essere passato ^^

    RispondiElimina

Se vuoi condividere l'articolo

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...